Gestire la frustrazione
- Dott.ssa Paola Bernuzzi
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

L’importanza di saper gestire la frustrazione.
In ogni fase della vita, la frustrazione emerge come risposta naturale all’incapacità di ottenere ciò che desideriamo.
È una delle emozioni più comuni e frequenti ma è comunque complessa da gestire.
Può capitare di non riuscire a raggiungere un obiettivo desiderato, di restare profondamente delusi per un’aspettativa disattesa o di sentirsi impreparati ad affrontare un ostacolo improvviso. Quando però la frustrazione non viene affrontata adeguatamente, essa può trasformarsi in un peso emotivo capace di compromettere l’equilibrio psicologico, le relazioni e persino la salute fisica. Imparare a gestire la frustrazione non significa negarla comportandosi come se non la si provasse, ma riconoscerla, comprenderla e utilizzarla in modo costruttivo.
La frustrazione nasce da un conflitto tra il desiderio e la realtà. Quando percepiamo un divario tra ciò che vorremmo e ciò che otteniamo, il cervello attiva risposte emotive che, se ripetute e non elaborate, possono degenerare in ansia, rabbia o scoraggiamento. In un mondo caratterizzato da ritmi accelerati, aspettative elevate e continua competizione, la soglia di tolleranza alla frustrazione sembra essersi abbassata. Basta poco: un contrattempo al lavoro, una critica
imprevista, un risultato inferiore alle attese. La reazione istintiva può essere impulsiva o
autodistruttiva, a discapito del nostro benessere.
Gestire la frustrazione, invece, significa sviluppare consapevolezza emotiva. Essere consapevoli di cosa stiamo provando è il primo passo per capire cosa ci sta impedendo di essere sereni.
Spesso, dietro a una reazione sproporzionata si nasconde una paura più profonda: il timore di fallire, di non essere abbastanza, di perdere il controllo. Ascoltare queste emozioni ci permette di ridimensionare il problema e agire con maggiore lucidità. La frustrazione, se interpretata come segnale e non come minaccia, può diventare un’occasione di miglioramento.
È bene tener presente però che questa emozione non è esclusiva degli adulti ma è molto presente in tutte le fasi della vita. È particolarmente importante che si aiuti i bambini fin da piccoli a gestirla perché la crescita è costellata di esperienze frustranti: non riuscire a prendere il gioco che si vuole perché si è piccoli e incastrati in un passeggino, per esempio. Pensate a quanto possa sentirsi frustrata una giovanissima persona che non riesce a imparare ad andare in bicicletta perché frenata dalla paura di cadere; immaginate alla frustrazione che avete provato quando il primo amore non vi degnava nemmeno di uno sguardo; cercate di ricordare quando avete ricevuto un no al primo curriculum di lavoro inviato con tanta speranza.
Per arrivare ad una sana gestione della frustrazione è meglio partire da piccoli. I genitori hanno un importante ruolo nell’insegnamento della gestione della frustrazione, sempre che l’abbiano a loro volta imparata anche loro. Spesso invece i bimbi imparano proprio dai genitori che si reagisce con forza alle situazioni che non soddisfano i nostri desideri, fino a lottare senza esclusione di colpi per ottenere ciò che si vuole. Questo sistema comportamentale viene spesso tradotto dai bimbi in capricci senza tregua per ottenere un gioco, al disturbo incessante del genitore che sta parlando con un’altra persona togliendogli attenzione, oppure a picchiare un compagno di asilo per
ottenere il gioco che sta usando. Non tutti i bambini ovviamente reagiscono in questo modo alla mancanza di gestione della frustrazione ma molto spesso però succede proprio questo.
Quando i vostri piccoli manifestano insofferenza verso una situazione di fastidio, comunicate con loro, condividete le emozioni che pensate stiano provando: rabbia, percezione di ingiustizia,
impotenza. La condivisione aiuterà molto a consolidare la vostra unione affettiva e rafforzerà la capacità di calmarsi, di non essere preda dell’emotività e di ragionare lucidamente su come ottenere ciò che si vuole utilizzando metodi efficaci e socialmente accettabili.
Per gli adulti uno dei metodi più efficaci per gestire la frustrazione è la ristrutturazione cognitiva, cioè la capacità di modificare il modo di pensare rispetto agli eventi. Ad esempio, invece di interpretare un ingiustizia subita come un evento inaccettabile, si può scegliere di vederla come un'opportunità per gestire la situazione in un modo alternativo che ci porti comunque al raggiungimento del nostro obiettivo. Anche l’esercizio fisico, la respirazione consapevole e la meditazione aiutano a ridurre l’attivazione emotiva, ristabilendo un equilibrio interiore.
È comunque molto importante a imparare a differenziare ciò che possiamo controllare da ciò che non dipende da noi. L’accettazione non significa rassegnarsi, ma dev’essere considerata come unatteggiamento lucido che prende atto dei limiti umani e che ci rende più resilienti e capaci di stare
in una situazione che non avremmo voluto vivere, che ha sempre un’alternativa ma spesso non è tra quelle che avevamo previsto.